MPS: i conti con il passato

Una notizia pubblicata ieri, 15 febbraio 2022, sul quotidiano La Stampa di Torino, riguarda la messa in mora dei componenti del CDA e del Collegio Sindacale in carica nel 2007/2008, da parte di Bmps, per i danni, valutati in almeno 1,3 miliardi,  in relazione all’operazione Antonveneta. Tale atto, che fa seguito alle condanne penali in primo grado prima di Mussari-Vigni e quindi di Profumo-Viola-Salvadori,  conferma quanto ripetutamente sostenuto da alcuni soci e dall’Associazione Buongoverno con interventi, durante le assemblee Mps, ed in altre sedi, con esposti, pubblicati anche sul nostro sito.
Nell’articolo del quotidiano si dichiara che la messa in mora, firmata dal capo dell’Ufficio legale della Banca, rappresenta un passaggio poco più che formale, che rientra nella politica di derisking dell’Istituto avviato già da mesi, che punta a chiudere le pendenze legali sia attive che passive, il cui risultato più importante è stato la chiusura del contenzioso con la Fondazione nell’estate scorsa.
Richiamiamo l’attenzione sul fatto che tale lettera precisa che il suo invio vale come interruzione della prescrizione ed elenca una serie di responsabilità specifiche, come la mancanza di azioni cautelative a fronte delle criticità emerse tra il contratto preliminare del novembre 2007 e l’acquisto definitivo di Antonveneta nel maggio 2008, evidenziando che il CDA dell’epoca ha posto in essere atti di mala gestio che hanno causato alla banca un ingente danno economico.
Riteniamo che tale azione, benché tardiva e più volte inutilmente sollecitata,  sia particolarmente significativa, in quanto rappresenta l’ammissione ufficiale della irragionevolezza di tale acquisto, non sostenibile dal punto di vista patrimoniale e finanziario, mettendo a rischio la continuità aziendale dell’Istituto.
In questa scellerata operazione, ci sembra innegabile una carenza di controllo da parte degli organi di vigilanza interni e istituzionali, che avrebbero dovuto tutelare i risparmiatori ed il mercato, come declinato dall’Art 47, della nostra Costituzione.
Ci auguriamo a questo punto un’azione incisiva e completa da parte del CDA, con netta cesura rispetto all’inerzia del passato e confidiamo che la Magistratura prosegua nell’iter di accertamento delle responsabilità, come più volte abbiamo sollecitato unitamente all’Avvocato Falaschi.

 

 

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