Inchiesta NPL: nuovi indagati e proroga dei tempi (dalla stampa)

Mps: in inchiesta su crediti deteriorati nuovi indagati e prorogati tempi

(Il Sole 24 Ore Radiocor Plus) – Milano, 25 feb – Nel dettaglio, secondo quanto emerge dalla richiesta di proroga delle indagini, Viola, Profumo e Salvadori sono indagati per il reato di false comunicazioni sociali per i conti di Mps dalla prima trimestrale 2012 al primo semestre 2015. Viola e Profumo sono indagati anche per i reati di falso in prospetto e manipolazione del mercato. Sono indagati per il reato di false comunicazioni sociali gli ex dirigenti preposti alla redazione dei documento contabili societari Daniele Bigi (bilancio 2012) e Arturo Betunio (bilancio 2013-2014 e 2015).
Per il bilancio 2015 e’ indagato anche l’allora presidente del cda Massimo Tononi, cui sono contestati i reati di false comunicazioni sociali e manipolazione del mercato. Le indagini sono andate poi oltre al bilancio 2015 di Mps, riguardando anche i conti della banca del 2016 e 2017. Per il bilancio 2016, sono indagati per i reati di false comunicazioni sociali e manipolazione del mercato l’ex presidente Alessandro Falciai, l’ex ad Marco Morelli e il dirigente preposto alla redazione dei documenti contabili societari Nicola Massimo Ciarelli. Questi ultimi due sono indagati per gli stessi reati anche per il bilancio 2017 della banca insieme alla allora presidente del cda Stefania Bariatti.
(RADIOCOR) 25-02-22 16:44:35

Mps, salgono gli indagati sul caso crediti deteriorati, ci sono anche Morelli e Tononi

Economia  Siena News 25 FEBBRAIO 2022

Sono saliti a dieci, con sette nuovi indagati, le persone iscritte dalla procura di Milano nell’ambito dell’inchiesta sulla correttezza contabilizzazione dei crediti deteriorati (Npl) nelle relazioni dei bilanci della Banca Monte dei Paschi di Siena dalla trimestrale del 31 marzo 2012 alla semestrale del 30 giugno 2015.

È quanto emerge dalla richiesta di proroga di 3 mesi delle indagini preliminari inoltrata dai pm Roberto Fontana e Giovanna Cavalleri al gip Guido Salvini. Lo stesso giudice, nel luglio 2019, aveva rigettato la richiesta di archiviazione avanzata dai pm Civardi, Baggio e Clerici, allora titolari del fascicolo, nei confronti dei tre indagati iniziali per falso in bilancio: l’ex presidente di Mps Alessandro Profumo, l’ex amministratore delegato Fabrizio Viola e l’ex presidente del collegio sindacale Paolo Salvadori. L’istanza della procura è arrivata al gip pochi giorni prima della scadenza dei termini fissati per il 28 febbraio

. Ora spetta al giudice Salvini decidere se concedere o meno una proroga delle indagini preliminari fino al 22 maggio per permettere ai pm Fontana e Cavalleri di concludere i loro accertamenti. Tra le attività svolte negli scorsi mesi dagli inquirenti – come emerge dalla richiesta di proroga – sono stati sentiti come persone informate sui fatti un capo team degli ispettori di Bankitalia e anche gli ex responsabili della direzione crediti Mps dal 2012 al 2016. I riscontri avuti dalle audizioni ha portato i pm a aggiornare a fine luglio il registro degli indagati, in cui fino a quel momento comparivano gli ex vertici Profumo, Viola e Salvadori.

Tra i 7 nuovi indagati accusati di falso in bilancio e manipolazione del mercato in relazione al bilancio e alle relazioni intermedie dell’istituto del 2016 ci sono anche l’allora presidente del cda Alessandro Falciai e l’ad dal 2016 al 2020 Marco Morelli ed anche Massimo Tononi, attuale presidente di Banco Bpm. A Tononi, a capo del cda di Mps dal 2015 al 2016, i pm milanesi contestano le accuse di falso in bilancio e manipolazione del mercato in relazione al bilancio dell’istituto del 2015.

MPS: i conti con il passato

Una notizia pubblicata ieri, 15 febbraio 2022, sul quotidiano La Stampa di Torino, riguarda la messa in mora dei componenti del CDA e del Collegio Sindacale in carica nel 2007/2008, da parte di Bmps, per i danni, valutati in almeno 1,3 miliardi,  in relazione all’operazione Antonveneta. Tale atto, che fa seguito alle condanne penali in primo grado prima di Mussari-Vigni e quindi di Profumo-Viola-Salvadori,  conferma quanto ripetutamente sostenuto da alcuni soci e dall’Associazione Buongoverno con interventi, durante le assemblee Mps, ed in altre sedi, con esposti, pubblicati anche sul nostro sito.
Nell’articolo del quotidiano si dichiara che la messa in mora, firmata dal capo dell’Ufficio legale della Banca, rappresenta un passaggio poco più che formale, che rientra nella politica di derisking dell’Istituto avviato già da mesi, che punta a chiudere le pendenze legali sia attive che passive, il cui risultato più importante è stato la chiusura del contenzioso con la Fondazione nell’estate scorsa.
Richiamiamo l’attenzione sul fatto che tale lettera precisa che il suo invio vale come interruzione della prescrizione ed elenca una serie di responsabilità specifiche, come la mancanza di azioni cautelative a fronte delle criticità emerse tra il contratto preliminare del novembre 2007 e l’acquisto definitivo di Antonveneta nel maggio 2008, evidenziando che il CDA dell’epoca ha posto in essere atti di mala gestio che hanno causato alla banca un ingente danno economico.
Riteniamo che tale azione, benché tardiva e più volte inutilmente sollecitata,  sia particolarmente significativa, in quanto rappresenta l’ammissione ufficiale della irragionevolezza di tale acquisto, non sostenibile dal punto di vista patrimoniale e finanziario, mettendo a rischio la continuità aziendale dell’Istituto.
In questa scellerata operazione, ci sembra innegabile una carenza di controllo da parte degli organi di vigilanza interni e istituzionali, che avrebbero dovuto tutelare i risparmiatori ed il mercato, come declinato dall’Art 47, della nostra Costituzione.
Ci auguriamo a questo punto un’azione incisiva e completa da parte del CDA, con netta cesura rispetto all’inerzia del passato e confidiamo che la Magistratura prosegua nell’iter di accertamento delle responsabilità, come più volte abbiamo sollecitato unitamente all’Avvocato Falaschi.

 

 

Comunicato MPS e notizie di stampa

COMUNICATO STAMPA
Siena, 2 febbraio 2022 – La Banca comunica che nel contesto del prossimo Consiglio di Amministrazione, convocato per il prossimo 7 febbraio, è stato inserito all’ordine del giorno un punto inerente una verifica di Corporate Governance riguardante la figura dell’ Amministratore Delegato e Direttore Generale dott. Guido Bastianini.

Mps: luned’ cda alla conta, servono otto voti per rimuovere Bastianini – FOCUS

(Il Sole 24 Ore Radiocor Plus) – Roma, 02 feb – Nella travagliata storia recente del Monte dei Paschi mancava solo un tentativo di estromissione di un top manager, situazione inedita che si sta materializzando. Dopo mesi di rumors, il ministero dell’Economia ha di fatto esplicitato una sfiducia verso il manager toscano che sta per chiudere il bilancio della banca con un utile vicino al mezzo miliardo. Non e’ quindi l’autorita’ di Vigilanza ad applicare il potere di ‘removal’ per qualche mancanza ma l’azionista pubblico che decide di forzare la governance della banca, senza motivazioni esplicite, per spodestare il top manager che avrebbe dovuto trattare con Bruxelles il nuovo piano, cosi’ come fece nel 2017 l’allora amministratore delegato Marco Morelli solo coadiuvato dai tecnici del Mef. Per il ritiro delle deleghe a Bastianini servira’ il voto favorevole di otto consiglieri sui 15 che compongono il cda di Rocca Salimbeni presieduto da Patrizia Grieco. Una possibile alternativa sono le dimissioni di una maggioranza dei consiglieri, eventualmente anche della presidente che potrebbe approdare alla presidenza delle Generali con la conseguente necessita’ di un rinnovo anticipato degli organi e di un insediamento di un nuovo top manager nel periodo in cui invece la banca dovrebbe avviare con rapidita’ il cantiere per la ricapitalizzazione da 2,5 miliardi.
Gerardo Graziola
(RADIOCOR) 02-02-22 20:28:17 (0681) 5 NNNN