NOMINE IN FONDAZIONE

L’ASSOCIAZIONE BUONGOVERNO MPS SI APPELLA AL SINDACO PER UNA VERA SVOLTA: COMPETENZA E FACCE NUOVE
A giorni il Sindaco di Siena nominerà i quattro membri della Deputazione generale di sua competenza. E’ oramai un dato assodato che buona parte dei problemi della Fondazione e della Banca siano dipesi dalla scarsa indipendenza della Deputazione generale e della Deputazione amministratrice dal potere politico e dallo stesso management della Banca. I suoi membri, a cominciare dal Presidente, non hanno svolto né il ruolo di indirizzo strategico e progettuale né quello di controllo critico che lo statuto assegnava loro e hanno supinamente accettato le scelte drammaticamente sbagliate degli amministratori con il risultato di distruggere un enorme e secolare patrimonio.
Benché le note recenti vicende, ivi comprese le ancor più recenti scelte politiche della maggioranza in Consiglio comunale, contribuiscano a ridimensionare drammaticamente il ruolo della Fondazione nel prossimo futuro, occorre che le nomine che il Sindaco farà nei prossimi giorni, come da lui stesso dichiarato, segnino una rottura profonda con il passato, nel metodo e nel merito, creando una frattura definitiva con i criteri di opportunità politica adottati dal gruppo dirigente trasversale che ha spadroneggiato in città negli ultimi venti anni.
Abbiamo bisogno di persone di altissimo profilo professionale, di indiscutibile statura morale e che diano garanzia di indipendenza e autonomia di giudizio, mentre, nelle candidature presentate al Comune di Siena, figurano ancora molti personaggi che hanno già avuto ruoli-chiave nel nostro recente passato o che hanno assistito passivamente alla caduta di Siena.
L’Associazione Buongoverno MPS considera che la candidatura di Norberto Sestigiani, suo vicepresidente, presentata congiuntamente e in modo del tutto trasversale da più consiglieri di opposizione, risponda pienamente alle caratteristiche necessarie per una vera svolta di gestione.
Le capacità professionali di Norberto Sestigiani non hanno bisogno di esser qui ricordate, così come il suo attaccamento alla Banca, che ha contribuito a far crescere e diventare forte negli anni migliori della storia del Monte. Egli fa parte di quella generazione di funzionari che, per capacità professionali, attaccamento all’azienda, abnegazione, hanno costituito uno dei più evidenti vantaggi competitivi della azienda Monte negli anni passati.
Va invece ricordata, anche perché costituisce un tratto distintivo e unico della sua candidatura, tutta l’attività di costante e critico controllo effettuata negli ultimi anni, quando, nei suoi interventi precisi, documentati e straordinariamente lungimiranti nelle varie assemblea dei soci della società BMPS – a cui prendeva parte in qualità di semplice socio – aveva messo chiaramente in evidenza tutti gli errori, le imprecisioni contabili e incongruenze strategiche delle scelte del management della banca, dimostrando spiccato senso civico, cultura del territorio e determinazione nel difendere il nostro bene comune. Aveva fatto lui da solo quel che Mancini con tutti i suoi super pagati dipendenti e consulenti non voleva o non era in grado di fare.
Non riveliamo alcun particolare segreto se aggiungiamo che Sestigiani non solo non approvò l’operazione Antonveneta per carenza d’informativa, ma nei giorni immediatamente successivi chiese alle massime autorità di Vigilanza di “esaminare la questione…avuti presenti tutti i riflessi dell’operazione (patrimoniali, finanziari,economici) ed in particolare quelli in relazione alla disciplina prudenziale in quel momento di particolare turbolenza del mercato…. “. Un uomo come Sestigiani, dentro la Deputazione generale, potrebbe essere una garanzia per tutti i cittadini senesi: nessuno ci toglierà mai dalla mente che, se lui avesse fatto parte della Deputazione in scadenza, oggi potremmo raccontare una storia del tutto diversa.
Invitiamo il Sindaco Valentini a dar prova di saggezza e autonomia nominando Sestigiani, dimostrando così concretamente, e non solo a parole, di voler iniziare a scrivere una pagina radicalmente nuova nella storia della Fondazione, che, in una fase così delicata, dovrà contare solo sulla propria autorevolezza, per compensare la perdita di peso specifico nel capitale della Banca ed il pesante indebitamento in cui è stata cacciata.

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