Al via il processo di appello Mussari-Vigni

Monte dei Paschi, al via il processo di appello sul caso dei derivati Alexandria e Santorini. La Fondazione non è più parte civile

In primo grado, l’8 novembre 2019, il Tribunale di Milano aveva condannato 13 ex manager di Banca Mps, Deutsche e Nomura, fra i quali l’ex presidente e l’ex direttore generale Giuseppe Mussari e Antonio Vigni, rispettivamente a 7 anni e mezzo e 7 anni e 3 mesi. I reati ipotizzati sono, a vario titolo, manipolazione del mercato, falso in bilancio, falso in prospetto e ostacolo all’autorità di vigilanza
di F. Q. | 2 Dicembre 2021
Si è aperto giovedì mattina, con l’appello delle oltre 1.400 parti civili rappresentate da 94 legali, davanti alla seconda corte d’appello di Milano il processo di secondo grado Mps sul caso derivati. Per l’accusa i derivati Santorini e Alexandria, il prestito ibrido Fresh e la cartolarizzazione Chianti Classico sarebbero state costruite insieme a Nomura e Deutsche Bank per coprire le perdite registrate da Rocca Salimbeni tra il 2008 e il 2012 a seguito dell’acquisto di Antonveneta, costata circa 10 miliardi di euro nel 2008. In primo grado, l’8 novembre 2019, il Tribunale di Milano aveva condannato 13 ex manager di Banca Mps, Deutsche e Nomura, fra i quali l’ex presidente e l’ex direttore generale di Mps Giuseppe Mussari e Antonio Vigni, rispettivamente a 7 anni e mezzo e 7 anni e 3 mesi.
I reati ipotizzati sono, a vario titolo, manipolazione del mercato, falso in bilancio, falso in prospetto e ostacolo all’autorità di vigilanza. Alcuni reati potrebbero essere a rischio prescrizione. Oltre agli ex banchieri dei tre istituti sono imputate anche Nomura e Deutsche Bank per la legge 231/2001 sulla responsabilità amministrativa degli enti. Mps, invece, non sarà sul banco degli imputati, perché è uscita dal processo con un patteggiamento nel 2016.
Nel corso dell’udienza Fondazione Mps ha ritirato la propria costituzione a parte civile, dopo aver raggiunto accordi transattivi con sia con Deutsche sia con Nomura. A luglio scorso, infine, la Fondazione ha raggiunto un accordo anche con Mps, che prevede il pagamento di 150 milioni di euro da parte di Rocca Salimbeni e l’impegno sulla valorizzazione del patrimonio artistico della banca. Anche Coop Centro Italia e la controllata Coofin hanno deciso di uscire dal processo, dopo aver concordato dei risarcimenti in via stragiudiziale con i due istituti stranieri. Entro metà gennaio verrà depositata le relazione sulla vicenda, redatta da uno dei giudici del collegio presieduto da Angela Scalise. Si tornerà in aula il 24 gennaio, quando prenderà la parola la sostituta Pg Gemma Gualdi. Il 31 gennaio, invece, sarà dedicato agli interventi civili, che proseguiranno anche il 3 febbraio.
Il deputato Alessio Villarosa, ex M5s, attacca il governo perché mercoledì in question time in commissione Finanze è stata chiesta un’azione di responsabilità nei confronti di tutti i vertici susseguitisi fino al 2020, richiedendo inoltre un risarcimento al Nomura e Deutsche Bank per evitare una ricapitalizzazione a carico del bilancio pubblico. “La risposta del Sottosegretario Freni è stata molto imbarazzante in quanto per il Governo una sentenza del tribunale di Milano che ha condannato in primo grado Alessandro Profumo e Fabrizio Viola prima e Vincenzo Mussari e Antonio Vigni poi tutti ex amministratori della banca, sempre per l’acquisizione di Antonveneta e per le modalità con cui i bilanci successivi erano stati artefatti affinché si potesse dimostrare che l’acquisto era stato redditizio, non è sufficiente per avviare un’azione di responsabilità”. Inoltre “il Governo non ha minimamente accennato ad alcuna richiesta di risarcimento, che potrebbe portare nelle casse dello Stato somme importanti da utilizzare per intervenire ad esempio sulle tasse ai cittadini italiani che in questi anni hanno subito e pagato le scelte folli fatte proprio su Monte Paschi con soldi pubblici, alle due banche che hanno devastato il Monte insieme ai vecchi amministratori Mps ovvero Nomura e Deutsche Bank”.

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